domenica 17 luglio 2022

Quaderno aperto

- quaderno aperto -

La guerra non fa filosofia,

né i filosofi fanno la guerra


Il tuo pensiero per la pace. 
Invia il tuo contributo scritto, una tua riflessione, un aforisma, una immagine, un disegno, una canzone, una poesia, una citazione, un racconto, un poema, una frase o un fatto che ti ha colpito e fatto riflettere, uno studio, un trattato o semplicemente la tua opinione sulle complesse e dolorose vicende dei nostri giorni, quanto ritieni utile o qualsiasi altra cosa tu voglia condividere nelle pagine di questo quaderno nonviolento.
Usa la forma letteraria che ti è più congeniale.
Segnala i brani e le opere di autori contro la guerra, racconta la storia e tratteggia la figura di uomini di pace.
Non è un concorso a premi.
Non ci sono scadenze o limiti temporali.
La partecipazione è aperta a tutti ed è gratuita.
Il quaderno aperto contro la guerra è un progetto di scrittura collettiva che sarà pubblicato con i contributi di chiunque vorrà esprimere sotto qualsiasi forma un pensiero sui temi della pace, della fratellanza e della solidarietà umana.
Se è corretto affermare che la guerra è anche scienza al servizio della morte, non possiamo allora che tornare a considerare la differenza tra scienza e filosofia e la preminenza, la superiorità dell’una rispetto all’altra.
E’ nota l'affermazione secondo la quale “la scienza non fa filosofia”,  ovvero  della valutazione del valore e del suo ruolo limitato alla comprensione e alla spiegazione del funzionamento delle cose, dato che la scienza si occupa degli enti, mentre la filosofia manifesta la sua superiorità perché disvela la natura dell’essere.
Se la guerra è scienza per la morte, la filosofia, al contrario, è lungi dall’essere meditazione sulla morte, bensì si qualifica per il suo essere pensiero per la vita, per l’esistenza degli uomini.
Il surriscaldamento cognitivo prodotto dall’immenso flusso di notizie di cui siamo inondati favorisce il disinteresse verso le guerre in corso, a tal punto che c’è chi preferisce ignorare completamente l’evidenza dei pericoli e delle minacce che incombono. Assistiamo al verificarsi di una vera e propria scotomizzazione, a fenomeni di alterazione percettiva a seguito della quale la guerra semplicemente “non esiste più” ed in molti, sprofondati nell’indifferenza, sono infastiditi dal solo sentirne parlare.
Per chi non vuole rassegnarsi a spegnere il pensiero, chiudere gli occhi, tapparsi le orecchie, serrare la bocca e riempirsi di amenità, le pagine di questo quaderno siano uno strumento nel duro lavoro per l'esercizio della libertà.


Spedisci il tuo contributo a:
vittorio.dinielli@gmail.com
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