sabato 2 gennaio 2016

Nessuno tocchi Pio

“La storia di Naboth è antica per età, ma nel costume è quotidiana.
... Sicché di Achab non ne è nato uno solo; e, ciò che è peggio, Achab nasce ogni giorno e non muore mai a questo mondo.”
Con queste parole Sant’Ambrogio inizia il suo commento alla vicenda narrata nel primo libro dei Re (1Re 1,21) sulla vigna di Naboth.
Dello scontro di entità ricche e potenti contro l'uomo.
Una storia che ancora oggi a me sembra ripetersi.
Siamo tutti figli di Naboth dinanzi a chi per puro interesse economico minaccia di sottrarci la terra, l’acqua e l’aria che respiriamo.


Ho appreso in questi giorni della vicenda che porterà in tribunale Pio Acito, accusato, da quanto ho potuto leggere, solo per frasi estrapolate da un discorso più ampio.
In realtà mi pare che si voglia processare Pio Acito per aver difeso in più occasioni la sua terra, ricevuta in eredità dai padri e per aver cercato di consegnarla ai figli di questo territorio preservata dall’abbruttimento e nello stato il più possibile incorrotto.
Si processa Pio per intimorire quanti, secondo lo spirito che anche Papa Francesco ha promosso nella recente enciclica Laudato si’, vivono e spendono la propria vita per la pace, la giustizia e la salvaguardia del creato.
Qual è il vero crimine?
<<Che gli esseri umani distruggano la diversità biologica nella creazione di Dio; che gli esseri umani compromettano l’integrità della terra e contribuiscano al cambiamento climatico, spogliando la terra delle sue foreste naturali o distruggendo le zone umide; che gli esseri umani inquinino le acque, il suolo, l’aria: tutti questi sono peccati>>.
Perché <<un crimine contro la natura è un crimine contro noi stessi e un peccato contro Dio>>. (Laudato si’, 8).
Scrive Pio Acito: << La Terra madre ha a cuore i suoi figli, il mostro di ferro e cemento prende suolo, acqua, aria ed avvelena la Terra.>>.
Forse è solo una mia impressione: la storia di Naboth ha delle analogie con quella che stiamo vivendo in questi giorni. Si Processa la parola contraria, allo stesso modo di quanto avvenuto ad Erri De Luca per la vicenda NO TAV.
Passeggiando questi giorni di festa per le vie di Matera, mi è capitato di ascoltare in una piazza il canto di giovani intorno ad un pianoforte:
<< 'a terra 'a nostra e nun s'adda tucca. >>
Io sto con Pio
                                                                                     Vittorio Dinielli

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