domenica 25 ottobre 2020

Un Golem a difesa della mia anima

UN GOLEM A DIFESA DELLA MIA ANIMA

 


Nell'angoscia del tempo presente e dell'affanno che ci circonda, tra timori, allarmismi, ingenuo rassicurazionismo, tra la paura e il turbamento del pericolo della nuova peste che avanza e ci minaccia, attoniti facciamo esperienza della sensazione della meraviglia, fortemente impressionati, sbalorditi come da un evento inatteso e sconosciuto che spaventa e crea inquietudine: è anche questa la mostruosità dei nostri giorni. 
Tocca all'arte questa volta offrirci una ragione di liberazione dalle tensioni ed evocare a nostra difesa una figura mitologica, la cui tradizione percorre sia gli antichi testi biblici, quanto i più moderni miti letterari.
Si chiama appunto GOLEM l'esposizione artistica a cura di Vittorio Racano e Giuseppe Vallarelli presso il castello medievale di Sannicandro di Bari, inaugurata ieri 24 ottobre e visitabile fino al 7 novembre dalle 17.00 alle 20.00.
Per chi volesse fare esperienza della liberazione da un senso di angoscia, questa la sensazione catartica provata all'uscita dalla mostra, consiglio di non perdere questa occasione.
Ci sono immagini che aiutano a pensare e quelle di Vittorio Racano lì esposte qualche domanda ora continuano a pormela.
In questo tempo di paura che cosa è realmente sotto minaccia e per cosa dovremmo rifugiarci sotto la protezione di un Golem?
Non sorprende nei tempi di crisi che questo essere torni di attualità: insieme al volto della mostruosità si cela anche quello della speranza.
Qualcuno ha sostenuto che gli artisti che lo creano giocano col Golem con l'ebbrezza di chi maneggia materiale esplosivo: lo modellano e gli imprimono la forma, gli danno una sembianza che poi ritornerà come materia informe di nuovo alla terra.
Potente e devastante, furioso e fragile al tempo stesso, come l'argilla della quale è composto, un tempo programmato per difendere gli ebrei, oggi invochiamo un Golem per proteggere i migranti del mondo, gli esiliati, gli emarginati, il diverso e lo straniero che fa paura.
Il Golem è il mito della libertà, dei rischi della nostra libertà: se è vero che il Golem esegue la volontà di chi lo ha programmato, come tale non ha una morale.
Nella bibbia l'uomo è stato il Golem di Dio.
Se dalla libertà dell'uomo, o dell'umano Prometeo, è derivato il progresso, quale libera volontà oggi esprime l'uomo per la difesa e il progresso dell'umanità?
In questo tempo di crisi vedo l'uomo dare in meglio ed il peggio di se stesso.
La questione del bene e del male viene prepotentemente evocata e portata al centro dell'attenzione da immagini e forme che accompagnano il cammino del visitatore, quanto quello del pellegrino.
Il percorso della mostra si conclude in un piccolo spazio, un tempo verosimilmente dedicato alla preghiera, come un inginocchiatoio lasciato sul posto lascia intendere.
Possano anche questi simulacri difendere la nostra umanità dai nemici che una società nutrita da una insaziabile avidità produce.















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